“Intrappolata” in casa da troppo tempo porto avanti la lista della spesa delle cose da fare e che la società si aspetta da me:
- Fare la donna di casa
- Avere figli
- Amare mio marito
- Prendermi cura di mio marito
- Fare ricerca
- Trovare i fondi per il mio prossimo lavoro
- Essere umile
- Non urlare
- Non parlare troppo
- Non assumere un comportamento troppo “maschile” o poco degno
- Vestirmi bene, da donna
- Dimagrire
- Fare palestra
- Imparare a stare su una moto senza sembrare una femminuccia
- Essere paziente
- Non pretendere
- Sapere le cose senza chiedere
- Avere opinioni ma non esprimerle
- Non uscire con soli uomini
- Gestire le proprie emozioni e sbalzi d’umore
- Non piangere o sfuriare come una ragazzina col ciclo
È solo una minima parte delle cose che mi frullano in testa, in una macedonia psicologica che riesco a malapena ad elaborare. Somatizzo, e la psoriasi fa festa. Prendo gli integratori di omega3 e vitamina D3, faccio le lampade e va un po’ meglio. Vado in palestra e almeno mi concentro sullo sforzo e sul sudore, così la mia mente si libera e non pensa alla mia miserabile situazione per almeno 3 ore a settimana. Che magnifico testo per una canzone dei Baustelle.
Ma poi torno a casa, in 30 m2 a cercare di realizzarmi professionalmente come ricercatrice. Ricercatrice di che? Di guai, di sfide insuperabili, di incertezze. Da sola, senza colleghi, senza quel contatto umano che ti permette di dialogare e condividere il peso della vita quotidiana. Un caffè, un fare compagnia durante la pausa sigaretta, un pranzo in cui si parla di fantacalcio. Mancano.
Gli unici punti che la società dovrebbe aspettarsi da me sono
- Essere ed esprimere me stessa con libertà
- Fare con tranquillità e senza giudizi ciò che mi rende felice
Sognare una famiglia non da mulino bianco, e fuori dalle classificazioni è così difficile?
Sei un maschiaccio, sei una con le palle, avercene di donne così, ma Giacu Fumna? E via così con le frasi di rito e i commenti sulle mogli lamentose a casa e i maschioni in giro in moto o viceversa. Ma chi cucina a casa? Ma fa Giacu le pulizie? Ma ma ma…sticazzi. Non mi sono mai posta il problema su chi dovesse fare cosa. Anzi si. Tutti fanno tutto, o quasi, in base a cosa si è capaci di fare. Io sono brava ad organizzare cose, giacomo sui motori. Il resto lo facciamo entrambi per il semplice fatto che sappiamo badare a noi stessi.
Si, vi capisco, sento anche io quella pesantezza del lamentino che sta a casa e che si lamenta che non si passa tanto tempo insieme, eppure, guarda un po’ quando ha bisogno lui del tempo per se io non mi lamento o non glielo faccio pesare. Pretendo la stessa cosa dal verso opposto. Sono stanca di dover giustificare ogni nostra scelta, sono stanca di raccontare che si, ogni tanto volano gli insulti, ma ci rispettiamo a vicenda e ci concediamo i nostri spazi. Sono stanca di sentirmi in colpa se sono sempre in giro. E sono stanca di sentirmi i predicozzi per poi stare a poltrire sul divano il weekend che finalmente siamo insieme a casa e si potrebbero fare cose. Mi organizzo e ciao. Se ci sei bene, se no, taci.
Ed è forse per questo che scorro la bacheca facebook, o i messaggi su whatsapp, ed invidio quelle persone che hanno il coraggio e le capacità di lasciare tutto e ricominciare, vivere lontano da questo mondo marcio, frustrato e infelice. Salire in sella e superare salite ripide che portano a paesaggi mozzafiato. In compagnia. Con quella compagnia che fa bene all’anima, che fa ridere, divertire e che dà energia e spirito per assaporare la vita vera. Quella vita che non è solo fatta di lavoro, faccende famigliari e aspettative. Ma di aria aperta, respiro ampio e orizzonti infiniti.
Ora fatemi un favore, non chiedetemi più quando avrò un figlio, quando avrò un posto fisso, quando finirò di essere un maschiaccio.
Chiedetemi di raccontarvi cosa mi piace fare, le avventure e sfide che incontro tutti i giorni, chiedetemi cosa sogno di diventare e ponetevi la domanda su quale sia il vostro ruolo nella mia vita. Sicuramente non è un ruolo di cagacazzo. Giusto per finire in finezza e stile.
Vostra, Contessa.